Al PalaStadio 105 di Genova l’atleta messinese ha chiuso tutti gli incontri nella classe +78 Kg seniores prima ancora dello scadere del limite di tempo regolamentare, senza subire alcun punto. "Dopo due anni lontana dal tatami non sapevo cosa aspettarmi, in primis da me stessa. Ero convinta dei miei mezzi e sapevo che avrei potuto puntare al podio, ed è arrivato l’oro"

Il Cus Unime centra una prestigiosa medaglia d’oro nella finale di Coppa Italia di judo che si è disputata lo scorso 13 novembre presso il PalaStadio 105 di Genova e riservata alle classi Juniores e Seniores. Il sodalizio universitario ha conquistato questo importante risultato con la vittoria dei quattro incontri previsti da parte dell’atleta “figlia d’arte” Carolina Costa, graduata cintura nera-terzo dan e lontana dal tatami da ben due anni. L’atleta messinese ha avuto il merito di chiudere tutti gli incontri nella classe +78 Kg Seniores prima ancora dello scadere del limite di tempo regolamentare e, soprattutto, senza subire alcun punto. Al suo fianco alla guida tecnica Katarzyna Juszczak, madre della stessa Costa.

Primo incontro condotto agevolmente dalla cussina contro Valentina Turla della Palestra Judo Club Segrate, e chiuso con un perentorio 10-0. Stesso risultato anche nelle altre tre sfide che hanno visto la Costa imporsi sulla piemontese Martina Bartolotto della Accademia Torino, la piemontese Rita Ughetti (medaglia d'argento nella scorsa edizione) ed anche nella finalissima contro la pugliese Federica Pinnelli. “Non posso ovviamente che essere contenta – queste le parole della cussina –. Dopo tanto tempo lontana dal tatami non sapevo cosa aspettarmi, in primis da me stessa. Ero convinta dei miei mezzi e sapevo che avrei potuto puntare al podio: invece è arrivato l’oro e questo ripaga enormemente il duro lavoro fatto sino a questo momento. Adesso posso lavorare con maggiore fiducia in vista del prossimo importante evento, il campionato italiano individuale assoluto in programma il prossimo 5 febbraio”.

Carolina Costa (a destra) insieme alla madre e guida tecnica, Katarzyna Juszczak 

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