Scherma. Il maestro Fabrizio Papalia: ''L’Italia sempre tra le nazioni di punta, Garozzo la piacevole rivelazione dei Giochi''

27.08.2016 16:42

Nella squadra azzurra erano ben sette i siciliani che ancora una volta hanno dimostrato di essere cresciuti a livello qualitativo. Per il futuro l’unica incognita sarà quella di trovare validi ricambi generazionali

Quattro medaglie, tre arrivate dalle prove individuali e una dalle gare a squadre. L‘oro atteso da Atlanta 1996 nel fioretto maschile firmato dall’acese Daniele Garozzo, ma anche l’argento di Elisa Di Francisca nella stessa arma al femminile e quello ottenuto da Rossella Fiamingo nella prova individuale della spada. Un podio a cinque cerchi che arriva dopo i due titoli mondiali vinti dalla schermitrice catanese. Il secondo posto ottenuto dalla squadra maschile degli spadisti, ma anche qualche amarezza come il 4° posto nel torneo a squadre di fioretto maschile. Rio 2016 ha regalato forti emozioni e soddisfazioni all’Italia che in questa disciplina si conferma sempre tra le realtà di punta, pur con le difficoltà di una concorrenza sempre più elevata. Su questa edizione brasiliana dei Giochi Olimpici abbiamo raccolto il parere dell’istruttore nazionale messinese delle tre armi (fioretto, spada e sciabola) il maestro Fabrizio Papalia, da anni punto di riferimento dell’Associazione Messina Scherma. Da atleta è stato campione regionale assoluto per sette anni consecutivi (dal 1984 al 1990) poi il ritiro è l’inizio dell’attività tecnica. Dal 2004 al 2008 ha ricoperto l’incarico di rappresentante dei tecnici nel comitato regionale siciliano ed è stato peraltro istruttore presso l’University of Northumbria di Newcastle (Gran Bretagna) e il Durham Fencing. Nel 2011 la Federazione internazionale lo ha scelto come responsabile Fie Training Camp di Enna, un test pre gara prima della rassegna iridata dello stesso anno a Catania. “Una edizione positiva per l’Italia, su questo non ci sono dubbi, visto che ci ha portato a conquistare quattro medaglie che fanno bene a tutto il movimento e confermano la tradizione della scherma azzurra, ma con un po’ di fortuna penso che si poteva ottenere qualche podio in più”.

Il fioretto femminile si conferma certezza di medaglia, con il secondo posto di Elisa Di Francisca che è salita sul podio olimpico dopo il successo di Londra 2012. “Questa è un’arma dove per tradizione siamo sempre stati particolarmente competitivi. A Rio nel femminile eravamo presenti con due atlete scelte in base al ranking. Non era inserita nel programma dei Giochi, per il cliché della rotazione, la prova a squadre. Questa assenza ci ha in un certo senso privato di una medaglia sicura perché l’Italia ha un team di ottimo livello che difficilmente sbaglia questo tipo di gare nelle competizioni importanti. Tornando all’individuale, Elisa ha fatto la sua gara arrivando in finale e lottando per difendere il titolo, poi ci può anche stare la sconfitta contro la russa Deriglazova, perché stiamo parlando di una fiorettista di valore internazionale. Simbolo di una Russia che dopo un periodo difficile nelle ultime stagioni è tornata a esprimersi sui livelli che le competono, forse oggi in un certo senso è una spanna sopra le altre. Arianna Errigo per sua stessa ammissione ha sbagliato l’approccio alla gara cedendo contro un’avversaria che non è al suo stesso livello, ma ha le capacità per voltare subito pagina e di sicuro la rivedremo protagonista in pedana già dalle prossime competizioni. Nel complesso direi che l’Italia riesce ad essere sempre ai vertici portando avanti anche prospetti interessanti, la Batini è cresciuta parecchio negli ultimi tempi ed è la nostra carta per il futuro”.

Daniele Garozzo di Acireale ha emozionato tutta Italia riportando il tricolore sul gradino più alto del podio alle Olimpiadi nel maschile. Una sorpresa se si pensa ai risultati ottenuti questa stagione in Coppa del Mondo dai nostri fiorettisti.

Sulla carta si confidava per la medaglia su Cassarà o Avola che possiedono maggiore esperienza. La sua vittoria secondo me può essere considerata una sorpresa ma fino a un certo punto perché conosco le qualità di Daniele Garozzo. A Rio si è reso protagonista di una grandissima prestazione, tirando veramente bene durante tutti gli assalti del torneo individuale. L’ho visto molto convinto, fisicamente in condizione perfetta, e quando stai bene alla fine tutto gira per il verso giusto. Un ragazzo con la testa sulle spalle, umile come suo fratello Enrico. A livello personale non può che essere un piacere vederlo oggi campione olimpico dopo averlo visto all’opera sin da piccolo sulle pedane siciliane”.

Rio 2016 ha detto che l’Europa è sempre il continente numero uno della scherma (vinti nove titoli sui dieci in palio). Ma alle spalle è in crescita il livello di competitività dei paesi emergenti come Corea o Cina.

Nell’ultimo ventennio si è andato restringendo il gap tecnico che poteva esserci tra le nazioni europee che a livello schermistico dominavano la ribalta e le realtà degli altri continenti. Oggi puoi andare in pedana e rischiare di perdere con l’atleta iraniano, egiziano, etc e non sono solo casi sporadici. La verità è che il livello schermistico generale è cresciuto parecchio, merito anche delle politiche portate avanti dalla federazione internazionale mediante l’invio dei propri maestri all’estero, l’organizzazione di stage per incentivare la crescita della scherma anche in contesti dove era meno praticata. Inoltre molti atleti stranieri si allenano per lunghi periodi di tempo in Italia, Francia, Germania, Stati Uniti; questo è un fattore prezioso per incrementare il loro livello di competitività. Poi ci sono paesi come la Corea o la Cina che hanno saputo nel tempo avviare una scuola fondata su una metodologia di lavoro costante che gli permette di forgiare schermidori forti ed estremamente competitivi”.

Fiamingo, i fratelli Garozzo, Avola, Paolo Pizzo o Marco Fichera: Rio è la conferma che anche in Sicilia si possono crescere degli schermidori di livello.

La compagine italiana era composta per sette elementi da siciliani. Diciamo che la Sicilia è una delle regioni con il maggior numero di praticanti, ci sono tante società e soprattutto un metodo di lavoro che è andato crescendo sotto il profilo qualitativo. Merito anche della presenza di maestri sempre più qualificati che possono trasmettere i giusti insegnamenti alle giovani leve e formare atleti oggi diventati campioni. Si parla tanto di Gianni Sperlinga, il maestro della Fiamingo ma è da anni che lui tira su atleti di livello . Lo stesso si può dire per Mimmo Patti che è stato il primo maestro dei fratelli Garozzo, Alberta Santuccio, etc. Non si può tuttavia non sottolineare quanto sia stato importante, per consentire a questi atleti di compiere un ulteriore passo in avanti nella loro crescita, l’ingresso nei gruppi sportivi militari, dove ti puoi allenare e confrontare quotidianamente con schermidori di pari livello”.

Quale sarà la strada da seguire per il prossimo quadriennio?

L’Italia ha di sicuro una scuola e una tradizione, possiamo dire, secolare che ci consente con le nostre risorse di essere sempre tra le nazioni di punta della scherma. Per il futuro ritengo che sia importante avere fortuna nel trovare validi ricambi generazionali. Certo non è facile. Talenti puri come per fare un esempio era Valentina Vezzali non nascono tutti i giorni, ma io sono fiducioso e penso che arriveranno altre vittorie. Si deve continuare a lavorare per favorire la crescita dei giovani promettenti che abbiamo nelle varie armi”. 

Fabrizio Papalia

Massimiliano Andò

MESSINA FLASH